La casa discografica praghese Radioservis ha inciso tre quartetti per archi di altrettanti compositori cechi, strettamente collegati fra loro, Václav Kaprál (1889-1947), Vítězslava Kaprálová (1915-1940) e Bohuslav Martinů (1890-1959).
Infatti Václav era il padre di Vítězslava e Martinů un amico di famiglia residente a Parigi (con cui la Kaprálová ebbe una relazione quando si spostò nella capitale francese per perfezionarsi) e, non a caso, l’immagine della copertina del cd li mostra insieme in un momento di relax, nella residenza estiva dei Kaprál a Tři Studně.
L’apertura del disco è rivolta al Quartetto in do minore di Václav Kaprál, figura eclettica di autore, pianista, musicologo, docente, che ebbe come principale punto di riferimento il suo maestro Janáček.
Brano risalente al 1925, ed unica incursione del musicista in questo ambito cameristico, ha in sé una concezione ancora fortemente romantica, nonostante presenti passaggi tipici del Novecento, e non disdegna il ricorso a temi del folclore ceco.
Il successivo Quartetto, op. 8 di Vítězslava Kaprálová, completato a Praga nel 1936, ovvero quando la compositrice aveva appena ventun anni, contiene tutte quelle peculiarità che hanno reso inconfondibile il suo stile, frutto di una sapiente fusione di tecniche moderne alle quali spesso si abbinano motivi che affondano le origini nella tradizione popolare.
Ultimo pezzo del disco, il Quartetto n. 5 H. 268 di Martinů, datato 1938, che risente degli stati d’animo, fortemente contrastanti, legati ad un periodo molto particolare della vita del musicista.
Infatti, da un lato vi era la drammatica situazione politica europea, con la Cecoslovacchia che rischiava di essere invasa dai tedeschi (cosa che avvenne l’anno dopo), mentre dall’altro la nascente relazione con la Kaprálová era stata apportatrice di nuova linfa creativa.
Questi sono anche i motivi per i quali Martinů era restio a pubblicare il quartetto, considerandolo troppo legato alle sue vicende private, per cui lo diede alle stampe circa venti anni dopo.
Per quanto riguarda l’esecuzione, i tre brani sono affidati al Quartetto Škampa, formato da Helena Jiříkovská e Daniela Součková (violini), Radim Sedmidubský (viola) e Lukáš Polák (violoncello), compagine di elevato livello, degna erede del Quartetto Smetana, al quale si ispira, a cominciare dal nome scelto, quello del violista del leggendario ensemble.
La compagine, caratterizzata da un perfetto affiatamento, dà vita ad un’interpretazione di grande intensità, che trasferisce all’ascoltatore grandi emozioni, evidenziando nel contempo tutti i particolari e le sfumature di tre composizioni di ottima fattura.
In conclusione uno splendido cd che possiede numerosi pregi, fra i quali quello di fornire un ulteriore apporto alla discografia dedicata a Vítězslava Kaprálová, ricordare il valore di Martinů e porre in evidenza un autore poco noto come Václav Kaprál.
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