Musiche per organo della Famiglia Bach

Famiglia Bach - Musiche per organoIn poco più di 250 anni, periodo che intercorre fra la morte del capostipite Veith, nel 1619, e quella dell’ultima discendente, Carolina Augusta Wilhelmine, deceduta nel 1871, la famiglia Bach diede i natali ad oltre una cinquantina di compositori.
Indubbiamente la fama raggiunta, a pieno merito, da Johann Sebastian Bach, ha finito per offuscare quella di tutti i suoi parenti, alcuni dei quali, solo recentemente sono riusciti ad ottenere qualche briciola di notorietà, grazie a specifiche incisioni.
In tale ambito rientra anche il cd della casa milanese “La Bottega Discantica” (distribuita da Ducale Music), dove Emanuele Cardi esegue, all’organo Giorgio Carli, collocato nella chiesa di S. Antonio di Padova a Casette di Legnago (VR), una serie di brani tratti dalla produzione di alcuni rappresentanti della famiglia Bach.
Così, possiamo apprezzare i figli di Johann Sebastian, Wilhelm Friedemann (1710–1784) e Carl Philipp Emanuel (1714–1788), nati dal matrimonio con la seconda cugina Maria Barbara (1684-1720), e Johann Christian (1735–1782) e Johann Christoph Friederich (1732–1795), avuti dalla seconda moglie, Anna Magdalena Wilcke (1701-1760).
Nel disco trovano posto anche Johann Bernhard (1676–1749), secondo cugino di Johann Sebastian, il figlio Johann Ernst (1722–1777), che studiò a Lipsia con lo zio, ed infine Heinrich (1615 – 1692) e Johann Lorenz (1695-1773), parenti abbastanza lontani.
La parte finale è invece rivolta ad alcuni brevi pezzi di Johann Sebastian Bach (1685-1750) e di due autori ai quali il sommo compositore si ispirò da giovane, Nicolaus Bruhns (1665–1697) e Dieterich Buxtehude (1637–1707).
Quest’ultimo, nato in Danimarca, ma vera e propria istituzione della musica tedesca, fu oggetto di una sorta di pellegrinaggio da parte del ventenne Bach, all’epoca ad Arnstadt, che percorse i circa 400 chilometri che lo separavano da Lubecca, dove Buxtehude prestava servizio, per ascoltarlo e carpirne i segreti.
Senza entrare nei dettagli, relativi all’interessante e complesso programma contenuto nel disco, si può osservare come le partiture giunte fino ai nostri giorni, seppur in numero piuttosto esiguo, indichino l’elevato valore di tutti i componenti della famiglia Bach.
Ciò è ben evidenziato dalla splendida interpretazione di Emanuele Cardi, che ha fornito grande dignità ad autori certamente “minori”, se confrontati con Johann Sebastian Bach, Bruhns e Buxtehude, ma comunque di livello apprezzabile, indice di una scuola, quella tedesca, che raggiunse il massimo fulgore nel Seicento e nel Settecento.

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