Giovedì 6 giugno, alle ore 20.30, nella chiesa dei SS Marcellino e Festo nuovo appuntamento con ScarlattiLab/Electronics, il laboratorio della Associazione Alessandro Scarlatti dedicato alla musica elettronica, diretto dai maestri Agostino Di Scipio e Giancarlo Turaccio in collaborazione con i Conservatori di Napoli e Salerno.
Il concerto è suggestivamente intitolato “Disappartenenza dell’Io. Musiche per Samuel Beckett”
Il concerto nasce da un progetto di ricerca a carattere filosofico e musicale elaborato da Rosario Diana e realizzato dai compositori inseriti in programma.
Ancora una volta, il luogo d’incontro fra docenti e studenti dei conservatori di Napoli e Salerno è ScarlattiLab/Electronics, laboratorio dell’Associazione Alessandro Scarlatti – Ente Morale, che si propone di promuovere la ricerca e la sperimentazione nell’ambito della musica contemporanea.
Un laboratorio che cura sia la nascita e lo sviluppo di progetti compositivi, sia la costruzione e crescita dei processi esecutivi della nuova musica: i giovani compositori sono anche interpreti dei propri lavori, oltre che di musica afferente al repertorio contemporaneo.
In questa dinamica di costruttiva sovrapposizione tra esperienze di scrittura e di lettura, il Lab si avvale spesso della collaborazione di professionisti specializzati nel repertorio contemporaneo che affiancano i giovani nell’intero percorso, fino all’esecuzione.
In questa occasione, la presenza di Guido Arbonelli ai clarinetti rappresenta il punto di arrivo di un felice iter didattico, di ricerca e di sperimentazione, maturato nel corso dell’ultimo anno.
Ne deriva una indagine “a più voci e suoni”, dedicata allo scrittore irlandese, che darà vita ad un libro, con allegato CD, di prossima pubblicazione.
Il concerto sarà trasmesso in diretta live da RadioCEMAT, la radio web della Federazione CEMAT dedicata alla conoscenza e al sapere della cultura contemporanea con particolare riferimento alla musica.
Il concerto è fuori abbonamento e il biglietto unico ha il costo di 5 Euro
Per informazioni:
www.associazionescarlatti.it;
info@associazionescarlatti.it
Infoline: 081 406011
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Programma
SCARLATTILAB\ELECTRONICS\BECKETT
Coordinamento artistico Agostino Di Scipio e Giancarlo Turaccio con la collaborazione di Guido Arbonelli
Disappartenenza dell’Io. – Musiche per Samuel Beckett
Lorenzo Pone: Kharman (2013) dittico per clarinetto, viola e percussioni
Giancarlo Turaccio: A_notion (2006) per clarinetto in si bemolle e suoni elettronici
Chiara Mallozzi: E_siti (2013) per voce femminile, clarinetto soprano e basso, viola, percussioni, due pianoforti e elettronica
Bernardo Maria Sannino: Preludio e ombra (2013) per voce femminile, clarinetto soprano e basso, viola, violoncello, percussioni e due pianisti
Rosalba Quindici: Percipi (2013) per soprano, clarinetto in si bemolle, viola, violoncello, percussioni e pianoforte
Salvatore Carannante: Passaggi di stato (2013) per voce femminile, clarinetto basso, viola, violoncello, percussioni e elettronica
Direttore: Giancarlo Turaccio
Clarinetti: Guido Arbonelli
Eleonora Claps**, soprano
Luigi Marolda*, viola
Chiara Mallozzi*, violoncello e regia del suono
Ivan Pennino*, percussioni
Bernardo Maria Sannino*, pianoforte
Lorenzo Pone*, pianoforte
Salvatore Carannante*, regia del suono
in collaborazione con
Conservatorio di Musica “S.Pietro a Majella” di Napoli*
Conservatorio di Musica “G.Martucci” di Salerno**
Compositori e Interpreti
Salvatore Carannante
Nato a Napoli, vive a Bacoli.
Inizia lo studio del pianoforte al Conservatorio di Napoli, dove attualmente frequenta il corso di II° livello sotto la guida del M° Eugenio Fels, e dove allo stesso tempo studia Musica Elettronica con il M° Agostino Di Scipio.
Finalista al Premio Nazionale delle Arti (2009-2010) per il settore Composizione Elettroacustica, con un lavoro elettronico intitolato SiC.
Ha curato la regia del suono di vari concerti di musica contemporanea ed elettroacustica (Dissonanzen, Napoli 2009; La Terra Fertile, Sassari 2011; Art of Sound-Sound of Art, Cosenza 2011; e i concerti del collettivo Neaphonis, del quale è membro come compositore ed esecutore). Un suo studio musicale dell’architettura del Tempio di Mercurio dell’area archeologica di Baia è nel programma del convegno Musica – Architettura realizzato quest’anno presso la Facoltà di Architettura di Roma (in collaborazione con l’EMUFest e il Conservatorio di Roma).
Presidente dell’associazione “Muse Flegree” per la realizzazione di eventi artistici nell’area dei Campi Flegrei.
Eleonora Claps
Lucana di nascita, si diploma in Canto Lirico presso il Conservatorio di Salerno dove attualmente frequenta il Biennio Specialistico sotto la guida di Elisabetta Scatarzi.
Svolge attività di interprete vocale spaziando in repertori e ambiti vocali molto differenti. Recentemente si dedica assiduamente alla musica contemporanea, interessata soprattutto alla figura dell’interprete cantante-attrice.
Fra le partecipazioni più recenti: “La famiglia Scarlatti tra vocalità e repertorio vocale” (IV Festival di Musica Antica, “Thesaurus Musicae”, Potenza); “La Musica dalla strada al palcoscenico” (Montalbano Jonico, Martera).
Segue inoltre masterclass di Canto, Dizione e Teatro Musicale, lavorando con cantanti (William Matteuzzi, Walter Alberti, Pietro Naviglio), direttori d’orchestra (Sergio Monterisi, Nicola Scardicchio) e registi (Renato Bonajuto, Mariano Bauduin).
Agostino Di Scipio
Dopo esordi da autodidatta, ha studiato al Conservatorio di L’Aquila diplomandosi in Composizione (M.Cardi, G.Bizzi) e Musica Elettronica (M.Lupone).
Operando tra composizione e ricerca, Di Scipio esplora processi non convenzionali di generazione e trasmissione del suono, tecniche estese di esecuzione strumentale, e reti di interazioni energetiche “uomo-macchina-ambiente” (p.es. il ciclo Ecosistemico Udibile e varie installazioni).
Questa sua “epistemologia sperimentale della musica” ha riscontrato vasto interesse, oltre che riconoscimenti ed esecuzioni in innumerevoli sedi italiane e internazionali.
Sul suo lavoro si sono svolti di recente incontri di studio all’Università Paul-Valery di Montpellier e all’Università delle Arti di Berlino (un nuovo convegno ha luogo all’Università di Parigi 8, Maggio 2013).
Artista residente DAAD (Berlino 2004-5), IMEB (Bourges 2003, 2007), ZKM (Karlsruhe 2006). Incisioni monografiche su etichette RZ e Chrisopeé Electronique.
Autore di saggi d’analisi e critica delle tecnologie della musica e delle arti, ha curato volumi quali Heidegger, Hölderlin & John Cage di M.Eldred (Semar) e Universi del suono di I.Xenakis (LIM/Ricordi).
Insegna Musica Elettronica al Conservatorio di Napoli, ha tenuto cicli di lezioni al Centre Creation Musicale Iannis Xenakis (Parigi 2001-2007) e in varie istituzioni in Europa e in Nord America. Edgar-Varèse-Professor alla Technische Universität di Berlino (2007-8).
Chiara Mallozzi
Studia Musica Elettronica, Composizione e Violoncello al Conservatorio di Napoli.
Tra le composizioni di recente esecuzione: Tema (per violoncello solo) da Il Principe Jorgos (Festival di Montalcino, 2010); Silente per violoncello e supporto digitale (Festival Altera, Napoli, 2010); DNA in suono (Laboratorio di scienza e musica, Institute of Genetics and Biophysics “A. Buzzati Traverso” CNR, 2011); To-Tem n°1 per supporto digitale (Festival Silence, Bari, 2011); Il Principe e la Rondine (Cappella Sansevero, Napoli, 2012).
Ha inoltre partecipato al Festival cinéma fantastique – Institut français Grenoble per la composizione di musica per film muto.
Svolge attività di violoncellista in gruppi sinfonici, orchestrali e da camera, affrontando repertori dal ‘600 al ‘900.
Lorenzo Pone
Pianista e compositore, dal 2006 si forma con F. Mariani (a sua volta discepolo di A.Weissenberg). Ammesso a pieni voti al Conservatorio di Napoli vi studia anche Composizione (insegnanti P. Marrone e G. Turaccio).
Nel 2011, a Vienna, viene selezionato come allievo effettivo, unico tra i giovani pianisti italiani, per i corsi di perfezionamento di Paul Badura Skoda, ricevendo in seguito una speciale segnalazione da Ulrike Sych, vicepresidente della Universität für Musik und Darstellende Kunst di Vienna. Nell’ottobre dello stesso anno è vincitore del Rome International Piano Competition con la motivazione “per la notevole maturità musicale particolarmente nell’interpretazione di pagine bachiane, mozartiane e lisztiane”.
Si è esibito alla Freskensaal Schloss Laudon di Vienna, la Scone Concert Hall di Edimburgo, la Basilica di San Lorenzo in Lucina a Roma, il Foyer del Teatro San Carlo di Napoli e il Palazzo Ducale di Capalbio.
Bernardo Maria Sannino
All’attività di pianista, volta principalmente al repertorio cameristico, affianca un’intensa attività compositiva.
Vincitore di concorsi internazionali (“Terenzio Gargiulo” 2009; “Casa Dante in Abruzzo” 2010), per il Festival cinéma fantastique (Institut français Grenoble di Napoli) ha musicato in prima assoluta parti di due film muti restaurati di recente: Le Manoir de la peur (Alfred Machin, 1924) e Naples (Jean-Claude Bernard, 1926).
Un suo lavoro cameristico intitolato …voci diffuse ritornano… (2011) è stato eseguito dal Nieuw Ensemble di Amsterdam in prima assoluta (Huddersfield Contemporary Music Festival, 2011). Studia direzione d’orchestra presso il Conservatorio di Napoli e insegna Pianoforte, Solfeggio e Teoria della Musica alla Scuola Musicale del Teatro Diana di Napoli.
Giancarlo Turaccio
È nato e vive a Napoli.
Ha studiato Pianoforte, Composizione, Direzione d’orchestra e Musica Elettronica presso i Conservatori di Napoli e di Milano.
All’Accademia Musicale Pescarese è stato allievo di Franco Donatoni.
Ha frequentato seminari e corsi di perfezionamento con compositori quali Azio Corghi, Helmut Lachenmann, Henri Pousseur, Sylvano Bussotti.
Suoi lavori sono stabilmente inseriti nei programmi di musica contemporanea di numerose associazioni e società di concerti.
Tra le varie partecipazioni: Festival International d’art acousmatique “Futura” (Crest, Francia, 2005), Sound and music Computing 2005 (Università di Salerno, Italia) e 2007 (Lefkas, Grecia), VI Biennale internazionale di Musica Elettroacustica (San Paolo del Brasile 2006), Ravello Festival (2006), Saison Proxima Centauri (Bordeaux, 2008).
Come direttore d’orchestra guida soprattutto compagini orchestrali e formazioni cameristiche, con attenzione prevalente alla musica contemporanea.
Insegna Composizione presso il Conservatorio di Salerno.
Le musiche
Lorenzo Pone – Kharman, dittico per clarinetto, viola e percussioni (2013)
In Film, unica opera cinematografica di Samuel Beckett, il protagonista tenta convulsamente di eliminare qualunque percezione umana, animale e finanche inanimata nella vana speranza di potersi sottrarre alla “perversa” (per Beckett che legge Berkeley) funzione ontopoietica esercitata dalla percezione medesima: quella degli altri su di sè, così come la propria diretta sugli altri e su se stessi. Solo alla fine dell’azione drammaturgica il protagonista si rende conto di non poter sfuggire alla percezione che egli ha di se stesso.
Attraverso i due distinti episodi musicali costituenti il dittico – con un chiaro azzardo contaminatorio e un linguaggio formato da “intervenzioni” su ritmi e melodie dell’Asia Centrale mescolati a ritmi indocinesi – si evoca, “provocatoriamente” alludendo a stati prefigurati dalla sapienza buddista, la condizione di assenza di ogni percezione: quel traguardo prefigurato e non raggiunto dal Beckett di Film.
GiancarloTuraccio – A_notion, per clarinetto in SIb e suoni elettronici (2006)
La composizione rappresenta, in maniera estremamente trasfigurata, quasi una cronaca della venuta al mondo, dalla vita prenatale alla nascita.
Infatti questo lavoro è stato scritto proprio nei mesi in cui nasceva il figlio del compositore Antonio, di cui il titolo del pezzo risulta l’anagramma.
Per questa ragione tutta la composizione – pur senza alcun intento meramente descrittivo – risulta incentrata sul tema della nascita e della vita, manifestando quindi una certa vena lirica e un’accentuata espressività di linguaggio.
Ne consegue un lavoro lento, dal clima morbido, tenue, di marcata interiorità.
Per questa ragione anche i materiali che hanno generato la parte elettronica insieme ad alcuni gesti del clarinetto, sono tutti attinenti all’idea di nascita e vita prenatale.
Infatti, oltre a una grande quantità di suoni derivati dal clarinetto stesso, vi sono elaborazioni di vagiti di neonato, suoni di respiri, finanche ambienti sonori che simulano la gestazione nel grembo materno.
Di qui naturalmente l’idea di Madre, come portatrice di vita.
Ecco perché il lavoro si apre e idealmente si chiude con una citazione tratta da un frammento di Canto di Madre di M. Lupone.
Il tipo di scrittura affidata al clarinetto è estremamente scorrevole e intelligibile.
Anche questo è dovuto naturalmente alla volontà di evidenziare il clima sereno di grande suggestione ispirato alla nuova vita che arriva.
Inoltre, nella prima e nell’ultima parte della composizione, emerge chiara la volontà nella scrittura del clarinetto di fondere timbricamente e dinamicamente il suono con la parte dell’elettronica, fino al punto che risulta quasi impossibile distinguere l’origine acustica o elettronica dei suoni stessi.
Chiara Mallozzi – E_siti, per voce femm., clarinetto sopr. e basso, viola, percussioni, due pianisti e elettronica (2013)
E_siti. L’azione musicale smarrisce se stessa, trasfigura l’immagine. Altrove.
Ripetizione, dondolìo.
Gesti: stati dell’agire, unico oggetto.
Oltre il silenzio.
Pochi materiali, timbri, (non) testi: una forma, senso della disappartenenza.
Contrappunti dal vivo, confusione nella natura, identità una e molteplice. Ripetizione, ancora.
E_siti è un brano per cinque strumenti ed Elettronica.
Bernardo Maria Sannino – Preludio e ombra, per voce femminile, clarinetto soprano e basso, viola, violoncello, percussioni e due pianisti (2013)
Preludio e ombra è un percorso sonoro in due parti senza soluzione di continuità, un “viaggio” tra alcune delle trasformazioni possibili di un “oggetto musicale”, dal “corpo” concreto e “visibile” del preludio all’ombra eterea e quasi impalpabile del finale, passando attraverso varie fasi dove il suono assume via via maggiore consistenza fino a rimanere unico protagonista, trasfigurando in un gioco di sole risonanze il materiale musicale alla base del lavoro.
Il brano è liberamente ispirato alle sensazioni scaturite dalla visione di Film di S. Beckett: l’ombra, cioè la sola risonanza, è il suono della percezione interiore di sè, la “musica” che si è immaginata “in uno spazio burattino senza voce tra le voci rinchiuse con me” (S. Beckett, Quatre poemès, 3).
Rosalba Quindici – Percipi, per soprano, clarinetto in SIb, viola, violoncello, percussioni e pianoforte (2013)
Il brano si ispira al “principio” berkeleyano dell’«esse est percipi [essere è essere percepiti]» quale nucleo generatore dell’azione drammatica in Film (1965), unica opera cinematografica di Samuel Beckett.
Percepire gli altri ed essere da essi percepiti significa per Beckett – lettore “infedele” di George Berkeley – incatenare gli altri ed essere da essi incatenati nella prigione dell’esistere.
Per questa ragione il protagonista di Film, e più in generale l’uomo di Beckett, si trova scisso fra imposizione della e alla esistenza e fuga dall’esistere stesso.
Rimodulando la sceneggiatura di Film dal visivo all’acustico, Percipi rappresenta la parabola di un individuo (evocato dal soprano) che cerca di sottrarsi alla percezione acustica dell’altro.
Per quanti tentativi faccia, arriva però presto a dover constatare di non poter evadere dall’esistenza e quindi di non appartenersi fino in fondo, giacché, pur eliminando la percezione del mondo esterno, non può sottrarsi al suo respiro, ultimo segno della costrizione ad esistere.
Salvatore Carannante – Passaggi di stato, per voce femminile, clarinetto basso, viola, violoncello, percussioni e elettronica (2013)
“Passaggi di stato” è un brano che presenta semplici tessiture sonore, disconnesse e ri-connesse da improvvisi cambiamenti dinamici e timbrici.
È un brano che prende contenuto e forma direttamente dalla natura di suoni elettronici (suoni di feedback analogico registrati su supporto, ottenuti mediante piccoli set-up elettroacustici autocostruiti), i quali hanno veicolato “l’orchestrazione” dell’insieme strumentale.
Si è trattato di mettere in campo un tipico esercizio beckettiano di depauperazione-ostensione: comporre dal suono stesso altri suoni, mettendo il compositore in una posizione di “ricerca nel suono” più che di “scelta dei suoni”, tralasciando il più possibile le personali influenze estetiche, dando priorità e udito al suono.
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