Lezione di barocco a Palazzo Zevallos

Johann Sebastian BachLa rassegna primaverile del Centro di Musica Antica Pietà de’ Turchini ha ospitato, a Palazzo Zevallos, il trio formato da Andrea Mion (oboe e oboe d’amore), Caterina Dell’Agnello (viola da gamba) e Fabio Bonizzoni (clavicembalo).
Il programma, prevalentemente incentrato sul repertorio barocco tedesco, si è aperto con due brani bachiani, la Sinfonia per oboe d’amore, viola e continuo e la Toccata in mi minore per clavicembalo BWV 914.
La prima era tratta dalla cantata Die Himmel erzählen die Ehre Gottes (I cieli narrano la gloria di Dio) BWV 76, scritta a Lipsia nel 1723, mentre la seconda apparteneva al periodo giovanile e fu presumibilmente composta intorno al 1710.
La successiva Sonata a tre voci, per oboe, viola da gamba e continuo ci permetteva di apprezzare un autore oggi praticamente sconosciuto come Johann David Heinichen (1683-1729), che ricoprì numerosi incarichi di prestigio e soggiornò anche in Italia agli inizi del Settecento.
E’ stata poi la volta della Sonata in sol maggiore per oboe, viola da gamba e continuo di Georg Philipp Telemann (1681-1767), fra i maggiori musicisti del suo tempo, che da noi gode sicuramente di una notorietà inferiore a quanto meriterebbe.
Una nuova incursione nell’universo bachiano, con la Sonata in sol maggiore per viola da gamba e clavicembalo BWV 1027, scritta probabilmente a Köthen, ha preceduto l’ultimo brano in programma, il Settimo Concerto in sol minore, tratto dalla raccolta di François Couperin (1668-1733) “Les goûts réunis ou nouveaux Concerts”, dove il compositore transalpino volle fondere stile italiano e francese, intervenendo in modo conciliante nella accesa polemica fra i sostenitori delle due scuole musicali.
Per quanto riguarda i tre interpreti, Andrea Mion, Caterina Dell’Agnello e Fabio Bonizzoni sono fra i componenti de “La Risonanza”, ensemble specializzato nell’esecuzione di musica barocca, mentre Fabio Bonizzoni ne è addirittura il fondatore.
Non è quindi un caso che abbiano evidenziato una grande dimestichezza con il repertorio proposto, abbinata ad un suono quanto mai nitido e ad un ottimo affiatamento, tutte qualità molto apprezzate dal pubblico.
Due i bis eseguiti, tratti rispettivamente dalla produzione di Telemann e Couperin, che hanno chiuso con grande stile una vera e propria lezione di musica barocca.

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