Non tutti sanno che Cristina Zavalloni possiede una sciarpa viola, appartenuta a Cathy Berberian, né conoscono il perché o l’autore di questo dono.
Sabato 16 febbraio, nella seconda puntata di Effemeridi musicali di Cristina Zavalloni, rubrica scritta e presentata dalla Zavalloni, la cantante e compositrice bolognese svelerà i contorni degli episodi che legano il suo destino a quelli del compositore toscano Luciano Berio e della cantante americana, per molti anni sua compagna, Cathy Berberian.
“Colonna sonora” della puntata, il prisma musicale simbolo della celeberrima coppia artistica, Folk Songs.
La rubrica sarà trasmessa a chiusura di Sabato Notte, settimanale di approfondimento teatrale del TG3 a cura di Moreno Cerquetelli (ore 00.40 circa).
Il decimo anniversario della morte del compositore, ricordato in tutta Italia con concerti, conferenze ed eventi, vedrà inoltre la Zavalloni, dopo il successo riscosso dalla sua interpretazione di Folk Songs a Brescia, riprendere il brano allo Spe di Vorno (Lucca), il 16 marzo, con l’ensemble PMCE Auditorium di Roma diretto da Tonino Battista.
“Ho incontrato Berio poco prima che morisse”, racconta Cristina Zavalloni – la prima cantante a porsi come interprete unica dei song, dopo Cathy Berberian, giacché Berio riteneva ogni altro interprete inadatto all’esecuzione integrale del ciclo.
Assieme al pianista Andrea Rebaudengo, gli facemmo sentire le sue 4 Canzoni Popolari, che avremmo inciso di lì a poco. Era il 2003, l’anno in cui misi in scena l’omaggio alla Berberian a Reggio Emilia, per il ventennale dalla morte. Fu un bell’incontro, nell’Auditorium del Conservatorio di Santa Cecilia a Roma. Mi chiese di cantare anche altre cose, brani dal mio repertorio jazz. Era affascinato dalla mia versatilità. Alla fine mi disse che sperava avremmo fatto grandi cose insieme. Poi morì di lì a poco. Sono stata fortunata a incontrarlo, appena in tempo”.
Folk Songs, eseguiti dalla Zavalloni al Concergebouw di Amsterdam diretta da Reinbert De Leeuw e a Budapest, da Ivan Fischer, sono tra i cavalli di battaglia beriani della cantante, assieme a Circles, per voce, arpa e due percussioni, eseguito sia a Los Angeles al Red Cat Theatre, che a Siena all’Accademia Chigiana e alle trascrizioni dei brani di Weill, eseguite in ultimo con l’Ort al Teatro Verdi di Firenze.
Scritti da Berio nel 1964, su di una suggestione di Cathy Berberian, ed eseguiti poco prima della fine della loro unione matrimoniale, i Songs si snodano tra vere e proprie canzoni popolari – dalla tradizione statunitense, sarda, occitana – e comprendono anche due brani legati alle radici armene della cantante americana, Loosing Yelav e Azerbajan Love Songs (un ciclo di canti tradizionali dell’Azerbajan, trascritti a orecchio dalla Berberian).
A questi, Berio ha aggiunto alcuni ‘falsi-storici’, Ballo e La donna ideale, a rivendicazione della possibilità, anch’essa offerta dall’arte, di fare sembrare “naturale” ciò che è puro artificio.
“In Folk Songs, il recupero dell’elemento terreno, emozionale dal repertorio di matrice folclorica, praticato sin da inizio Novecento da molti compositori si sposa a una sorta di riflessione sulla musica. Il risultato, di fatto, è in pieno contrasto con la tendenza, accentuata negli anni ’60 e ’70, di scarnificare gli strumenti dal loro potere evocativo, trasformandoli in puro suono; un esercizio che, applicato alla voce, risulta particolarmente estremo, perché la voce è lo strumento espressivo per eccellenza. Questo è un brano estremamente divertente per me: le melodie sono semplici, belle e ben scritte, la voce può cantare col cuore, liberamente, il tempo di danza che è legato a quasi tutta la musica di origine popolare traspare qui in modo chiaro, facendo sì che il corpo possa respirare nei brani. Il tutto traslato in un contesto armonico avanzato, curato, in una forma a tratti spigolosa che esprime così bene la sensibilità moderna e che io sento molto affine.”
Il prossimo mese di marzo, per la Zavalloni particolarmente denso di appuntamenti rilevanti, si aprirà l’8 marzo al Torrione Jazz Club di Ferrara con La donna di cristallo, progetto per voce e jazz band, la Radar Band, al centro dell’ultima pubblicazione discografica per l’etichetta Egea.
Il 19 marzo alle ore 20.30 al Palazzo del Rettorato di Roma, nel contesto della stagione 2012 – 2013 della IUC, con la Brass Bang! – ovvero Paolo Fresu (tromba, flicorno), Steven Bernstein (trombone), Gianluca Petrella (trombone), Marcus Rojas (tuba) – nella prima assoluta Barocco!, un progetto musicale firmato dai cinque musicisti e basato su musiche di Haendel, Purcell, Pergolesi, Dowland.
Il programma sarà replicato all’Auditorium Gen. S. Florio di L’Aquila, nel contesto della stagione della Società Aquilana di concerti B. Baratelli, il 24 marzo alle 18.00.
Il 22 marzo, inoltre, la Zavalloni debutterà in The Rape of Lucretia di Benjamin Britten, nel centenario della nascita del compositore, diretta da Johathan Webb e con la regia di Daniele Abbado al Teatro Alighieri di Ravenna, nel contesto della Stagione D’Opera e Danza 2012-2013.
Dopo Phaedra (nel 2012 al West Cork Chamber Music Festival di Bantry), la Zavalloni sperimenterà la severa parte del Coro Femminile, preparandosi al debutto nell’inquietante parte di Ms. Jessel di The turn of the screw, che l’attende al Comunale di Bologna in novembre.
L’allestimento ravennate è firmato da I Teatri di Reggio Emilia (dove approderà il 7 aprile, al Teatro Valli), in coproduzione con Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (dal 17 al 25 maggio), Teatri di Reggio Emilia e Teatro Alighieri di Ravenna. Marzo sarà inoltre il mese della diffusione della terza puntata delle sue Effemeridi musicali, su RAI 3 (data tba).
Ciascuna delle Effemeridi sarà visibile a partire dal giorno successivo sul sito http://www.tg3.rai.it/dl/tg3/rubriche
Nicoletta Tassan Solet
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