Venerdì 25 gennaio, alle ore 18.00, presso la Sala Scarlatti del Conservatorio di Napoli si terrà “Omaggio a Carmine Pagliuca, il didatta, l’artista, l’uomo, il Maestro”.
Ad esibirsi il Coro del San Pietro a Majella, diretto da Giuseppe Mallozzi, con il soprano Antonella Iacono.
Al pianoforte Lino Costagliola, Giovanni Barbato, Angela Morrone e Francesco Pareti.
Al sassofono Antonio Graziano.
In programma musiche del Maestro Carmine Pagliuca
Ingresso libero fino a esaurimento posti
Ufficio Stampa:
Giusi Zippo
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e-mail:giusizippo@alice.it
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Carmine Pagliuca
Carmine Pagliuca, scomparso il 25 gennaio 2012, è stato pianista, direttore di coro e d’orchestra.
Si è dedicato in particolare alla composizione, alla didattica ed alla polifonia vocale. Considerato un caposcuola della tradizione compositiva napoletana, ha formato intere generazioni di musicisti che si sono distinti sia nel campo della didattica che in quello della produzione musicale contemporanea.
Dal 1965 ha insegnato Composizione, Musica Corale e Direzione di Coro presso il Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli dove è stato titolare di cattedra di Musica Corale e Direzione di Coro.
Compositore intransigente, colto e sensibile, non ha mai rinnegato il legame con la memoria storica dei grandi compositori del passato.
La didattica ha sempre avuto un ruolo centrale nella sua ricerca musicale.
Una ricerca musicale che si nutriva dal continuo dialogo e dall’incessante confronto con i suoi allievi.
Nelle sue composizioni ha sempre privilegiato gli aspetti più espressivi della musica, dalle laudi medioevali alla musica del Novecento.
Da questo immenso patrimonio ha attinto gli elementi più congeniali, privilegiando i ritmi e le armonie del jazz, i modi melodici e coloristici della musica etnico-popolare, con una particolare attenzione per le tecniche seriali e politonali.
L’esigenza di uscire da un ambito culturale ristretto lo spingeva a ricercare i testi delle liriche e dei madrigali, sia negli autori classici del Novecento come Pascoli e Ungaretti, che in quelli stranieri, come Garcia Lorca e Neruda, che tanto hanno in comune con la nostra sensibilità mediterranea.
“Un artista deve poter comunicare con il proprio pubblico; un pubblico che diventa ogni giorno più internazionale, globale e che nell’artista cerca punti di riferimento emotivi e culturali. – così Carmine Pagliuca concepiva il suo lavoro di musicista – La sensibilità, che dovrebbe essere patrimonio genetico di ogni compositore, è l’unico tramite comunicativo tra chi scrive musica e chi l’ascolta.
Nelle mie composizioni, questa sensibilità, si esplicita in tre elementi fondamentali: l’amore per la Musica, l’amore per la Vita, l’amore per l’Amore”.