Con Igudesman e Joo la musica classica incontra la Commedia dell’arte

Igudesman e Joo 2Nuovo appuntamento, nell’ambito della stagione dell’Associazione Alessandro Scarlatti, con la speciale sezione “Giocare con la Musica”, che ha visto giungere per la prima volta a Napoli Aleksey Igudesman e Hyung-ki Joo.
Il duo, formatosi nel 2004, ha presentato “A Little Nightmare Music”, spettacolo che ha fatto praticamente il giro del mondo.
Un titolo doppiamente satirico in quanto è mutuato dall’omonima operina di P. D. Q. Bach (pseudonimo sotto il quale si celava il compositore statunitense Peter Schikele quando, a partire dalla metà degli anni ’60, iniziò a proporre parodie del periodo barocco), a sua volta derivante dalla celeberrima Eine Kleine Nachtmusic mozartiana.
Ed in effetti Mozart, con la sua musica, rappresenta uno dei protagonisti principali, lungamente evocato a turno dai due, ma del quale non si riesce mai ad ascoltare niente di completo (una sorta di Godot musicale).
Così, il celeberrimo Rondò finale, “Alla turca”, che chiude la Sonata per pianoforte n. 11, diviene un pretesto per variazioni del motivo in improbabili tonalità, che esaltano la bravura ed il virtuosismo dei due artisti, oppure, l’altrettanto famoso incipit della Sinfonia n. 40 si trasforma dopo pochi attimi nel tema di James Bond.
Rimanendo in ambito strettamente musicale, Rachmaninov scriveva spesso pezzi pianistici che solo lui poteva eseguire facilmente, grazie a mani molto grandi per cui, una delle gag più note e divertenti, è quella in cui Joo, assistito da Igudesman, si fa passare una serie di listelle di legno, concepite in modo tale da aiutarlo, nei passaggi più difficili, a raggiungere contemporaneamente tutta la tastiera.
Ma, descrivere le varie situazioni, spesso paradossali, è abbastanza inutile, in quanto queste cose bisogna vederle (e vi invitiamo caldamente a fare un giro sulla rete).
Ciò che distingue questo duo, rispetto ad altri gruppi volti a scardinare gli stereotipi legati alla musica classica (e ce ne sono molti di più di quanto si possa immaginare), è il riferirsi spesso alla delirante realtà che ci circonda, come nella scenetta d’apertura, durante la quale una musica romantica viene interrotta dal solito cellulare, oppure quando, per poter suonare il pianoforte, Joo deve utilizzare la carta di credito.
Il tutto è poi abbinato a meccanismi ben rodati, tipici della comicità teatrale, che contribuiscono a dare all’intero spettacolo, a parte qualche sporadica lungaggine, un ritmo molto serrato, facilitato dalla estrosità dei due protagonisti.
In conclusione una serata divertente e rilassante, che la maggior parte del pubblico ha mostrato di apprezzare moltissimo, dove comunque non è mancata la buona musica, seppur inserita in un contesto abbastanza particolare.
E, proprio per non smentirsi, uno dei due bis proposti è stato quanto mai “normale”, consistendo in una splendida esecuzione della struggente Méditation di Massenet, dall’opera Thaïs, mentre l’altro era rivolto ad I will survive, brano di fine anni ’70, portato al succeso da Gloria Gaynor, naturalmente in una interpretazione “sui generis”, con Joo anche nel ruolo di cantante, che ha chiuso in allegria lo spettacolo.

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