La rassegna Convivio Armonico, organizzata da Area Arte Associazione, nell’ambito dell’Autunno Barocco, ha recentemente ospitato i chitarristi Giuseppe Aversano e Rosario Ascione.
Sul palcoscenico del Teatro Sancarluccio, i due artisti hanno proposto alcune trascrizioni per chitarra, contenute anche nel loro cd di esordio dal titolo “Ingenium Fubas”, di brani tratti dal repertorio di compositori attivi a Napoli nel Settecento, composti originariamente per clavicembalo o per piccoli ensemble.
L’apertura era rivolta a quattro sonate dell’aversano Domenico Cimarosa (1749-1801), appartenenti ad un corpus di circa 80 composizioni per clavicembalo, tuttora poco eseguite, scoperte per caso nel 1924 nella biblioteca dell’Istituto Cherubini di Firenze dal pianista e compositore veneziano Felice Boghen.
Sempre di Cimarosa abbiamo ascoltato una Sonata in sol per chitarra e chitarrino, che ha preceduto un’ampia pagina dedicata a Francesco Durante (1684-1755), nativo di Frattamaggiore, spostatosi a Napoli, dove studiò con Gaetano Greco e, in seguito, fu docente in almeno due dei quattro conservatori che la città partenopea vantava in quel periodo.
Di Durante sono stati eseguiti due concerti concepiti per quartetto d’archi e clavicembalo (il n. 1 in fa minore ed il n. 5 in la minore, del quale è sopravvissuto solo l’Allegro iniziale), una Toccata in la minore, una Fuga in sol ed un Minuetto per chitarra e chitarrino.
E’ stata poi la volta della Trio sonata in re (dall’originale per due flauti e violoncello), di un altro aversano, Niccolò Jommelli (1714-1774), fra i più prestigiosi allievi di Durante, noto soprattutto per la sua produzione operistica.
Il recital si è concluso con la Toccata in la, dalla Sonata VI per gravicembalo, del napoletano Pietro Domenico Paradisi (1707-1791), pezzo famosissimo in quanto era, nella versione per arpa, tra quelli utilizzati come sottofondo degli intervalli della Rai.
Per quanto riguarda gli interpreti, ancora una volta il duo Aversano-Ascione ha fornito un’esecuzione di elevatissimo spessore, ricca di raffinate sfumature, esaltate dall’ottima acustica del Teatro Sancarluccio, evidenziando nel contempo un notevolissimo affiatamento, risultato di una collaborazione ormai consolidata.
Due i bis, Uocchie c’arraggiunate (di Rodolfo Falvo e Alfredo Falconi Fieni) e Silenzio cantatore (di Libero Bovio e Gaetano Lama), relativi ad un progetto ancora allo stato embrionale, che vedrà Aversano e Ascione confrontarsi con alcuni motivi della canzone classica napoletana, avvalendosi di particolari arrangiamenti curati dal maestro Giancarlo Sanduzzi (presente in sala e impegnato a fornire al pubblico, di volta in volta, brevi notizie sulle biografie degli autori eseguiti).
In conclusione un concerto molto apprezzato anche dal pubblico, che una volta di più evidenzia l’importanza del patrimonio musicale napoletano come ricchezza da proteggere e valorizzare.
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