Ai “Vespri d’organo” un suggestivo tuffo nel passato con “I Cantori Gregoriani” di Cerreto Sannita, diretti da Elvira Landino

Il coro maschile di Cerreto Sannita (BN) “I Cantori Gregoriani”, diretto da Elvira Landino, e l’organista Nicola Florio, sono stati i protagonisti del recente appuntamento dei “Vespri d’organo”, tenutosi nella chiesa napoletana della Missione di S. Vincenzo de’ Paoli.
Il concerto, preceduto dai saluti di padre Giuseppe Guerra, a nome della comunità Vincenziana, e di Mauro Castaldo, direttore artistico dell’Associazione Trabaci, che organizza la rassegna, si è aperto con i Versetti del primo tono, dalle “Sonate d’intavolatura per organo e cimbalo” del toscano Domenico Zipoli (1688-1726), risalenti al 1716.
Figura molto particolare del panorama, a cavallo fra Seicento e Settecento, Zipoli lasciò l’Europa all’apice della sua carriera, con lo scopo di prendere i voti e portare la sua esperienza nelle missioni fondate nel Sudamerica dall’Ordine dei Gesuiti.
Non riuscì nel suo scopo in quanto morì di tubercolosi a Córdoba, in Argentina, prima di poter essere ordinato sacerdote, ma i suoi lavori ebbero una diffusione postuma capillare, al punto da essere conosciuti più lì che da noi.
Dopo questo prologo, è entrato in scena il coro, fornendo un primo saggio della sua bravura, con quattro pezzi del repertorio gregoriano (Ave regina caelorum, Ubi caritas, Jesu dulcis memoria, Ave maris stella).
Nuovo intervento organistico con la Toccata, dalla Messa della Domenica di Girolamo Frescobaldi (1583-1643), appartenente ai “Fiori Musicali”, pubblicati nel 1635 e, a seguire, sempre dalla stessa raccolta, il Kyrie, proposto secondo la prassi dell’epoca, in alternanza con il coro, che ha intonato il Kyrie della Messa Gregoriana “Orbis factor”.
Altre pagine di Zipoli, anch’esse tratte dalle “Sonate d’intavolatura”, hanno preceduto un’interessante finestra sul Laudario di Cortona, documento di altissimo valore storico-musicale, risalente alla fine del Duecento che, con le sue 46 laude, costituisce la più antica collezione di musica italiana in lingua volgare.
Chiusura con Madonna de claritate, lauda francescana dedicata a Santa Chiara, musicata da Marco Enrico Bossi (1861-1925) e Terenzio Zardini (1923-2000), partendo da un testo del XIII secolo.
Uno sguardo sugli interpreti, per segnalare innanzitutto l’ottima prova del maestro Nicola Florio, esaltata dallo splendido organo Rotelli-Varesi in dotazione alla chiesa, particolarmente adatto al repertorio eseguito.
Bravissimo anche il coro, ben diretto da Elvira Landino, che ha evidenziato un notevole affiatamento e delle voci molto ben equilibrate e amalgamate.
Pubblico abbastanza numeroso, che ha mostrato di gradire molto il concerto, conclusosi in bellezza con un bis che ha visto due dei componenti dell’ensemble, Ido Raieta e Alessandro Fusco (quest’ultimo anche ottimo solista vocale dell’ensemble), accompagnare, rispettivamente con il flauto e la tromba, il coro e l’organo nell’esecuzione del Salmo 113 (“Non nobis Domine”), musicato dallo scozzese Patrick Doyle (1953).
Prossimo appuntamento della rassegna, l’atteso Concorso Corale di Napoli, giunto alla V Edizione, che si svolgerà il 23 novembre nella chiesa dell’Immacolata al Vomero.

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