L’ anteprima del Napoli Teatro Festival Italia, tenutasi al San Carlo, è stata affidata alla straordinaria voce della cantante israeliana di origine yemenita Noa (al secolo Achinoam Nini), accompagnata dal chitarrista Gil Dor e dal Solis String Quartet.
Una serata all’insegna della musica napoletana, apertasi con un delicato assolo di Gil Dor, che è anche arrangiatore e produttore di Noa, sulle note di Munasterio ‘e Santa Chiara, e proseguita con alcune canzoni tratte dal recentissimo album Noapolis.
Così abbiamo ascoltato motivi celeberrimi, noti in tutto il mondo, quali Torna a Surriento, Fenesta vascia, Era de Maggio, Santa Lucia luntana, I’ te vurria vasa’, Tammurriata nera, dove la cantante, accompagnata dal Solisi String Quartet e da Gil Dor, ha saputo trasferire le emozioni legate a questo repertorio, sopperendo con il cuore agli inevitabili problemi legati alla pronuncia.
L’apice è stato probabilmente raggiunto durante l’interpretazione intensissima di ‘A cartulina ‘e Napule, che toccava un problema della lontananza dalla patria, molto sentito da Noa, che in gioventù fu costretta ad abbandonare lo Yemen alla volta di New York.
Oltre all’ampia pagina partenopea, sono stati proposti brani che oscillavano fra tradizione yemenita e israeliana, come la divertentissima Aria beh lull hatarnegolot (Chicken-coop aria), tratta dall’Israeli songbook e contenuta nell’album “Eretz Shir”, ricca di rimandi operistici, in particolare mozartiani, forse il pezzo che maggiormente ha messo in evidenza le straordinarie qualità dell’artista (dimostratasi in alcuni frangenti anche a suo agio con le percussioni).
Per quanto riguarda gli strumentisti, ottime sono risultate le prove di Gil Dor, chitarrista di altissimo livello, il cui affiatamento con Noa è figlio di una consuetudine più che ventennale, e del Solis String Quartet, formato da Vincenzo Di Donna e Lugi De Maio (violini), Gerardo Morrone (viola) e Antonio Di Francia (violoncello).
Questi ultimi, musicisti di caratura internazionale, in perfetta sintonia fra loro e con la cantante, hanno eseguito anche due brani strumentali, dove i ritmi partenopei si fondevano con echi della musica del Novecento, lottando a volte con l’amplificazione.
Teatro di San Carlo gremitissimo e pubblico entusiasta, al quale Noa ha offerto due bis, il primo, atteso da tutti, ovvero la versione inglese de “La vita è bella” di Nicola Piovani, il secondo, meno prevedibile, consistente in una versione da brividi dell’Ave Maria di Bach/Gounod, che ha suggellato una serata di grandi emozioni.
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