Il recente appuntamento con la Primavera Musicale della Nuova Orchestra Scarlatti, dal titolo “Histoire du Tango”, è stato rivolto in particolare all’argentino Astor Piazzolla (1921-1992), autore che nel Novecento ha contribuito più di ogni altro a far conoscere ed apprezzare in tutto il mondo i ritmi del suo paese.
In apertura abbiamo ascoltato Otoño porteño e Invierno porteño, due delle Quatro Estaciones Porteñas, scritte in tempi differenti, per un organico formato da violino, pianoforte, chitarra elettrica, contrabbasso e bandoneón, e poi riunite in una suite che rappresenta un omaggio a Buenos Aires, vista nelle differenti stagioni dell’anno.
La successiva “Los amores de Gardel” di Luigi De Filippi era anch’essa una suite, basata su motivi quali Volver e Mi Buenos Aires, portati al successo dal leggendario cantante e compositore Carlos Gardel, perito in un misterioso incidente aereo a soli 45 anni.
A seguire la Milonga de mis amores, di Pedro Laurenz (1902-1972), influente personalità artistica della scena argentina, sia come autore, sia come bandoneonista.
Ultimi due brani in programma, la versione strumentale di Chiquilin de Bachin ed un arrangiamento per archi e arpa dell’ Histoire du Tango, entrambi di Piazzolla.
Il primo nacque dalla collaborazione fra l’autore argentino ed il poeta uruguaiano Horacio Ferrer e narra la triste storia di un bambino (chiquilin) che per vivere vendeva rose ai clienti del ristorante Bachin di Buenos Aires.
Dal canto suo il secondo, concepito inizialmente per flauto e chitarra nel 1986, descrive alcuni dei passaggi salienti della diffusione del celeberrimo ballo, dalle origini, nei postriboli di Buenos Aires, fino ai giorni nostri.
Veniamo quindi agli interpreti, a cominciare da Luigi De Filippi, vero mattatore della serata, nel triplice ruolo di direttore, solista e compositore, capace, come sempre, di trascinare gli altri strumentisti ed entusiasmare gli spettatori grazie al suo virtuosismo.
Molto bravi si sono dimostrati anche gli archi della Nuova Orchestra Scarlatti, apparsi compatti e affiatati fra loro, e un cenno conclusivo merita l’arpista Lucia Di Sapio, che ha ben accompagnato l’ensemble.
Pubblico abbastanza numeroso e partecipe, al quale l’ensemble ha offerto ben tre bis, a coronamento di un concerto intenso e ricco di emozioni.
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