Ai “Concerti in Villa Floridiana” la raffinata lezione di musica sudamericana del duo Lanzini-Montomoli

Nuovo appuntamento con i “Concerti in Villa Floridiana”, rassegna organizzata dall’Associazione Musicale Golfo Mistico in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per il P. S. A. E. e per il Polo Museale della città di Napoli, nell’ambito della mostra “Un Museo …tutto da bere”.
Questa volta la manifestazione ha ospitato il duo costituito dal clarinettista Giovanni Lanzini e dal chitarrista Fabio Montomoli che, nel recital intitolato “Canção do Amor” (che prende spunto dal cd recentemente pubblicato), si è confrontato con una serie di brani legati alla musica sudamericana.
In apertura abbiamo ascoltato la celeberrima Garota de Ipanema di Antonio Carlos Jobim (1927-1994), che si avvaleva del testo di Vinicius de Moraes, grazie alla quale la bossa nova raggiunse, a inizio anni ’60, una notorietà mondiale.
E’ stata poi la volta di tre brani di Celso Machado, brasiliano trapiantato in Canada, intitolati rispettivamente Sambossa, Paçoca, e Piazza Vittorio.
Quest’ultimo pezzo, una sorta di tango brasiliano definito chôro maxixe, ha fatto da collegamento con la successiva parte dedicata all’Argentina, iniziata con “El Presumido” di Angel Villoldo (1861-1919), noto anche con l’appellativo di “Padre del Tango”, che scrisse numerosi brani di successo come “El Choclo”.
Uruguaiano era invece il pianista e compositore Manuel Aróztegui (1888-1938), autore del tango “El Apache Argentino”, mentre ad Agustín Bardi (1884-1941) apparteneva “Gallo Ciego”.
Dal tango alla milonga, genere originario delle zone argentine ed uruguaiane situate lungo il bacino del Rio della Plata, con “Brota un lamento sentido” di Jorge Cardoso, nato nel 1949 a Posadas, particolare figura che abbina la musica alla professione medica.
Un’incursione nelle nuove istanze del tango con Luis Rizzo (1945-2007) ha preceduto la parte conclusiva, che ha passato in rassegna alcuni contributi dei compositori argentini di musica classica.
Si è partiti da Carlos Guastavino (1912-2000) con la Cantilena n.1  e Pueblito, mi Pueblo, proseguendo con la Canción al árbol del olvido, milonga di Alberto Ginastera (1916-1983) su un testo struggente del poeta uruguaiano Fernán Silva Valdés, fino alla chiusura con l’ Histoire du Tango dove Astor Piazzolla (1921-1992) descriveva alcuni dei passaggi salienti della diffusione del celeberrimo ballo, dai primi passi nei postriboli di Buenos Aires, fino ai giorni nostri.
Per quanto riguarda i due interpreti, hanno evidenziato un ottimo affiatamento, elevata bravura e grande raffinatezza esecutiva, con Montomoli che si è anche prodigato nel descrivere notizie e curiosità relative ai vari brani proposti.
Pubblico numeroso e partecipe, che non ha potuto però ascoltare nessun bis in quanto il chitarrista, nel pieno del pezzo conclusivo, è stato vittima di un “incidente sul lavoro” (si è spezzata un’unghia), per cui il recital si è interrotto, comunque fra i sentitissimi applausi dei presenti.

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