Venerdì 10 febbraio al Teatro di San Carlo debutta “Lucia di Lammermoor” di Donizetti

Foto Francesco Squeglia

Lucia di Lammermoor di Gaetano Donizetti, su libretto di Salvatore Cammarano debutta venerdì 10 febbraio, nell’ambito della Stagione Lirica e di Balletto 2011-2012, in un nuovo allestimento con la regia di Gianni Amelio.
Scritta proprio per il San Carlo, è una delle opere più rappresentate in questo teatro.
L’ultima edizione, undici anni fa – nel 2001 – ma se ne contano oltre sessanta edizioni, in cui si sono avvicendati cantanti prestigiosi: fra i soprani spiccano i nomi di Fanny Tacchinardi Persiani, Adelina Patti, Toti Dal Monte e, negli ultimi cinquant’anni, Maria Callas (in uno dei suoi “cavalli di battaglia”), Renata Scotto, Luciana Serra, Mariella Devia.
Fra i tenori, invece, si segnalano Gilbert Duprez, Tito Schipa, Beniamino Gigli, Luciano Pavarotti e Alfredo Kraus.

Un classico del melodramma ottocentesco reinterpretato da Gianni Amelio, regista cinematografico di grande sensibilità che, come lui stesso ama raccontare, ha una sola grande ambizione quando affronta una regia “quella di riuscire a raccontare una storia fatta di persone e non di personaggi”.
Senz’altro il rigore è una delle caratteristiche più evidenti di questo regista nato a S. Pietro Magisano, un paesino sulla Sila in provincia di Catanzaro, il 20 gennaio 1945.
Si laurea in filosofia e frequenta il Centro Sperimentale, un’importante carriera televisiva alle spalle, il suo primo film è Colpire al cuore che, nel 1973, è alla Mostra del cinema di Venezia.
Porte aperte, film del 1990, tratto dall’omonimo romanzo di Leonardo Sciascia, con una memorabile interpretazione di Gian Maria Volontè, apre la sua carriera internazionale e si aggiudica una nomination all’Oscar.
La storia del giovane carabiniere de Il ladro di bambini ottiene il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes nel 1992, mentre due anni dopo, Lamerica, film sull’immigrazione albanese in Italia diventa un film-simbolo sul fenomeno delle ondate migratorie.
Il suo ultimo film è La stella che non c’è (2006), tratto dal romanzo La dismissione di Ermanno Rea.
Dal 2009 dirige il Torino Film Festival.
Lucia di Lammermoor è la sua terza messa in scena per l’opera dopo Il tabarro e Pagliacci.

Le scene dello spettacolo sono realizzate da Nicola Rubertelli, direttore degli allestimenti del teatro e scenografo di chiara fama; i costumi sono firmati da Maurizio Millenotti che ha al suo attivo diversi premi e riconoscimenti per i suoi lavori con registi come Fellini, Greenaway o Zeffirelli; le luci sono di Pasquale Mari anche lui testimone di un percorso di grande prestigio e rigore, tra teatro e cinema.

Sul podio, Nello Santi, reduce dalla tournee in Russia con il San Carlo, erede della grande scuola di Toscanini e maestro di fama internazionale dirige il coro – quest’ultimo preparato come di consueto da Salvatore Caputo – e l’orchestra stabili.
Alessandra Panzavolta, direttrice del corpo di ballo del Teatro San Carlo, cura le coreografie dei momenti di danza di cui sono protagonisti alcuni suoi ballerini.
Jessica Pratt, interprete del famoso allestimento del Candide di Bernstein prodotto dal San Carlo e recentemente ripreso dall’Opera di Roma, è Lucia; il tenore Gianluca Terranova, in arrivo dopo La damnation de Faust di Berlioz con la regia di Terry Gilliam a Palermo e protagonista della fiction su Caruso per la Rai, è Sir Edgardo di Ravenswood; Lord Enrico Ashton vede in alternanza Claudio Sgura e Vittorio Vitelli; Giacomo Prestia e Dario Russo Raimondo Bidenbend.
Il cast si completa con Rosanna Savoia e Ismael Jordi (Lucia e Sir Edgardo, secondo cast), Gino Nitta Lord Arthur Bucklaw, Miriam Artiaco (Alisa) e Angelo Casertano (Normanno).

Il libretto, Lucia di Lammermoor, di Salvatore Cammarano è tratto dal romanzo storico di Sir Walter Scott, La sposa di Lammermoor (The bride of Lammermoor – 1819).
L’opera nella sua totalità di musica, parole e contesto narrativo è il risultato di un felice incontro tra compositore, librettista e soggetto in cui il melodramma romantico trova una delle più felici espressioni nel dramma tragico in due parti.
La vicenda si svolge nella Scozia feudale di fine ‘500: Lucia ama Edgardo e ne è riamata, ma con l’inganno il fratello Lord Enrico Ashton la convince a sposarsi con il potente Lord Arturo.
Quando scopre la violenza psicologica patita, Lucia impazzisce, uccide il marito, si lascia andare lei stessa alla morte.
Lacerante e vitale, la scena della follia esprime una Lucia, tremante, contrastata tra allucinazione e abbandono al dolore, illuminata da un amore puro, eterno ed universale.
Il suicidio diventa la soluzione più naturale per vivere questo sentimento immenso.
Al potente canto di Lucia risponde quello di Edgardo, disperato per l’abbandono, paralizzato dalla notizia della morte dell’amata.
Lucia è morta e lui sconvolto, immediatamente si pugnala e muore “Per me la vita è orrendo peso! L’universo intero è un deserto per me senza Lucia”.

L’opera sarà replicata sabato 11 febbraio, alle ore 20.30 (fuori abbonamento), domenica 12 febbraio, alle ore 17.00 (Turno F), martedì 14 febbraio, alle ore 20.30 (Turno C); giovedì 16 febbraio alle ore 19.00 (Turno D) e sabato 18 febbraio alle ore 18.00 (Turno B)

Biglietti: a partire da 50 euro; under 30: 30 euro
(Infoline:
081.7972331-412-468
e-mail: biglietteria@teatrosancarlo.it
www.teatrosancarlo.it
)

Ufficio Stampa Teatro di San Carlo
tel. 081.7972301-202
email: ufficiostampa@teatrosancarlo.it
________________________________________

Sabato 11 febbraio, ore 18.30 – Memus – Palazzo Reale, Napoli

TRAS- MEMUS Incontri
“STORIE DI ORDINARIA FOLLIA”
partecipa la scrittrice Chiara Gamberale

Dopo il successo della prima iniziativa nel segno dell’interazione tra cultura, opera e solidarietà, continua il ciclo di incontri TRAS-MEMUS, dedicati agli “attraversamenti e trasversalità, vagabondaggi di senso dai temi delle opere”, un dibattito/confronto a più voci dove liberamente si mescolano testimonianze, suggestioni e riflessioni condivise con le associazioni e i movimenti che da sempre si occupano di sociale ed operano nel terzo settore. Per le associazioni è un’occasione per rappresentare le proprie esperienze concrete di inclusione sociale e conoscere le iniziative nell’ambito del progetto il San Carlo per il Sociale.
Legato alla “Lucia di Lammermoor”, regia di Gianni Amelio, l’incontro dal titolo: “Storie di ordinaria follia”: sarà presente la scrittrice e conduttrice radiofonica Chiara Gamberale per riflettere sul perché “gli esseri umani costretti nella vita di tutti i giorni dal disagio mentale all’emarginazione, dall’arte sono considerati gli unici davvero degni di essere raccontati”.

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