Mercoledì 7 settembre 2011, alle ore 21.30, Ultimo attesissimo happening musicale, sempre a cura di “Progetto Sonora”, nell’ambito della IV edizione di “Un’Estate al Madre”, con Remo Anzovino in Concerto in Trio sul palco del Museo Donnaregina (via L. Settembrini n. 79 – Napoli).
La performance che quest’anno chiude il ciclo di eventi musicali della kermesse napoletana “Un’Estate al Madre” mercoledì prossimo avrà come protagonista il grande compositore e pianista Remo Anzovino in Trio, pronto a regalare al pubblico del Museo Madre un florilegio di brani scelti dai suoi 3 album (“Igloo”, “Tabù” e “Dispari”), oltre a diversi inediti, con la suggestione della proiezione di sequenze di film in bianco e nero del cinema muto degli anni ’20 e ’30 come colonna visiva della musica.
A colpire, infatti, quasi prima della perizia tecnica del musicista friulano, dell’ottimo dialogo con gli strumentisti che lo accompagnano e dell’estro creativo che vive nella composizione, oltre che nell’esecuzione dei singoli pezzi, è proprio il ribaltamento del rapporto musica-immagine.
La sequenza di note, nelle esibizioni di Anzovino, non è più mera colonna sonora, accompagnamento e commento musicale alla teoria di fotogrammi che sfilano sullo schermo, bensì il contrario.
La musica è pensata come fulcro dello show: sono le immagini a fare da tappeto visivo alla partitura e al pentagramma, alla sintassi sonora di quest’autore.
In un linguaggio universale, trasversale, fatto non di parole, ma solo di suoni, grazie all’immediatezza con cui questi brani giungono al pubblico, Anzovino, con accanto il fratello Marco alle chitarre (usate anche come percussioni) e Gianni Fassetta alla fisarmonica, riesce a proporre un mix affascinate ed evocativo in cui la componente classica, perfettamente coniugata con quella jazz, quasi non si distingue dalle venature etniche, dalla musica da film, da quella operistica e persino da alcune vaghe reminiscenze rock, in una riuscita sinergia tra antico e moderno, colto e popolare. Una musica di ampio respiro, dal DNA internazionale, si potrebbe dire, eppure mai dimentica della tradizione italiana, capace di comunicare con la platea in maniera diretta, senza filtri, né barriere, quasi seguendo un’urgenza dettata dalla forza di un’ispirazione naturale e spontanea.
Un sound in cui la qualità della ricerca musicale ben si sposa con la forza comunicativa.
“Una ‘musica letteraria’, quella di Anzovino” – per dirla con Lorenzo Vigano, giornalista del Corriere della Sera – “che appartiene al nostro vissuto, alla nostra storia come antidoto ai tempi moderni”.
“Una musica senza parole che parla meglio di qualunque discorso…” (Daniela Bisogni).
Non è un caso, difatti, che Alitalia abbia scelto le creazioni di Anzovino per la promozione della compagnia di bandiera, oltre che programmi TV come Ballarò, Tg2 Costume e Società, Otto e Mezzo, Geo&Geo, Linea Verde, e note trasmissioni radiofoniche.
D’altronde, sono molti i giornalisti del settore che ne hanno già intravisto e ampiamente evidenziato le straordinarie qualità.
Nei suoi live, peraltro, che nascono anche da collaborazioni discografiche con musicisti del calibro del batterista Franz Di Cioccio, frontman di PFM, del clarinettista Gabriele Mirabassi, del contrabbassista Enzo Pietropaoli, del sassofonista Francesco Bearzatti, icone modernissime, come Louise Brooks (il caschetto nero che diverrà, nella penna geniale di Crepax, il personaggio di Valentina), Buster Keaton, Tina Modotti o le immagini impazzite della metropoli d’inizio ’900, – grazie alla musica geniale e innovatrice di Anzovino – giungono dal passato sino ai nostri occhi come lo specchio su cui riflettere riguardo ai tempi moderni e ai nostri stessi tabù.
La Formazione:
Remo Anzovino, pianoforte
Marco Anzovino, chitarre
Gianni Fassetta, fisarmonica
Costo del biglietto: 12 Euro
Info e prenotazioni:
081/19313016
prevendite circuito: www.go2.it
Ufficio Stampa “Progetto Sonora”:
Victoriano Papa
cell.: 333/2824262,
e-mail: victorianopapa@alice.it
sito web: www.progettosonora.it
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Remo Anzovino
Compositore e musicista di Pordenone, classe 1976, si avvicina alla musica all’età di 10 anni e da subito sviluppa una naturale attitudine per la scrittura, studiando pianoforte, composizione, principi di orchestrazione e jazz.
Nel 1994, mentre frequenta ancora il liceo scientifico, viene scritturato per le sue prime musiche di scena a teatro e trova la sua strada nel linguaggio strumentale.
Nel medesimo anno comincia a collaborare con alcune agenzie per le musiche di filmati promozionali e spot pubblicitari.
Nel 2002 si cimenta per la prima volta con la musica per un film muto su commissione della Cineteca di Bologna.
Nel periodo che va dal 2002 al 2007 musica più di trenta film muti, la maggior parte veri e propri capolavori del periodo, collaborando con le più importanti cineteche e partecipando ai più importanti festival.
Nel 2005 compone una partitura per orchestra sinfonica per il film Nanuk l’eschimese che l’anno successivo vincerà il premio Speciale del Pubblico al festival di Bolzano Rimusicazioni.
Nel 2005 ottiene il secondo posto al Premio dedicato al M° Angelo Francesco Lavagnino.
Nel 2007 riceve da una giuria di venti giornalisti del Friuli Venezia Giulia il Moret D’Aur come personaggio emergente nello spettacolo.
Nel 2006 pubblica il suo primo album Dispari, che raccoglie una milonga ispirata a Tina Modotti, Que viva Tina! e alcuni dei temi in origine composti per il muto ma ripensati in forma del tutto autonoma dalle immagini.
Questo lavoro si impone rapidamente come una delle sorprese discografiche della stagione 2006/2007, raggiungendo subito il numero 1 della classifica dei dischi jazz italiani su iTunes, cosa che avverrà con tutti gli album successivi.
È un progetto idealmente dedicato alla magia del cinema.
Il 3 settembre 2007 Anzovino viene invitato dall’Ente dello Spettacolo e da La Rivista del Cinematografo ad esibirsi con uno spettacolo ad hoc alla 64a Mostra del Cinema di Venezia.
Propone un esperimento: invertire il consueto rapporto musica/immagine, ovvero far accompagnare l’esecuzione dei brani da una sequenza di un film-capolavoro del periodo del muto, facendo sì che a ogni brano cambi completamente il film.
Per la prima volta è la musica a essere la protagonista e le immagini a commentarne il contenuto emotivo/psicologico, a fungere da vera e propria colonna visiva.
È un successo inaspettato e per certi versi clamoroso, con ampio richiamo sui media nazionali.
Si moltiplicano così concerti e tour e quindi le occasioni di proporre, con una formazione in trio originalissima (con Gianni Fassetta alla fisarmonica e il fratello Marco Anzovino alle chitarre, usate anche come percussione), questo nuovo linguaggio, e soprattutto di iniziare a rodare i brani composti per il nuovo album.
Pubblicato nell’ottobre 2008, Tabù è una riflessione in musica sulle trasgressioni contemporanee, ed è l’album che lo impone come la nuova rivelazione della musica strumentale italiana.
Un disco dalla forte vitalità ritmica e dedicato alla danza, al movimento del corpo come strumento di liberazione degli istinti e di quello di cui si fa fatica a parlare. Sezione ritmica affidata a U.T. Gandhi e Danilo Gallo, l’album vede la partecipazione anche di Mauro Ottolini al trombone.
Con il suo terzo album Igloo (aprile 2010) Remo Anzovino riesce a sorprendere ancora una volta pubblico e critica con un disco ancora diverso, con cui realizza il sogno di abbattere le convenzioni e inventa una piccola, moderna sinfonia classica nella quale innesta una serie di duetti contemporanei ricavati, come variazioni, sul tema principale della stessa sinfonia.
Un viaggio in musica del tutto inedito nel panorama discografico, dove ai movimenti sinfonici codificati – affidati a una orchestra di oltre 40 elementi – fanno da contrappunto i duetti tra Anzovino e alcuni tra i più grandi strumentisti italiani sulla scena internazionale: con la batteria di Franz Di Cioccio (PFM), con il clarinetto di Gabriele Mirabassi, con il contrabbasso di Enzo Pietropaoli, con la chitarra di Bebo Ferra, e con i due Top Jazz 2009 (il referendum annuale indetto dalla storica rivista Musica Jazz) Francesco Bearzatti per il sassofono, Luca Aquino per la tromba.
Un lavoro, questo, dedicato all’arte dell’incontro, insignito del Jazzit Award 2010 dalla redazione della storica rivista musicale, un album che rappresenta un ponte tra la musica classica e il jazz più contemporaneo, un progetto in cui ogni steccato di genere è abbattuto, in cui suoni e personalità artistiche apparentemente distanti si incontrano, su un terreno comune, nel rifugio della più vera creatività.
Memorabili le anteprime nazionali del disco e della tourneè, con tutti i superospiti, alla Centrale Montemartini di Roma (aprile 2010) e al Blue Note di Milano (settembre 2010), che gli tributa una standing ovation.
Dopo la collaborazione per lo straordinario duetto pianoforte-batteria della title-track di Igloo, Remo Anzovino e Franz Di Cioccio consolidano il loro rapporto che sfocia nel progetto di un live insieme: Di Cioccio alla batteria e Remo Anzovino al pianoforte, uno contro l’altro, a rappresentare lo scontro tra due fuochi e l’incontro tra due generazioni di musicisti e due mondi, accompagnati da Marco Anzovino (chitarre) e Gianni Fassetta (fisarmonica), dando vita a un live di grande intensità in cui il gusto della melodia e del paesaggio sonoro più raffinato si sposa con i ritmi e l’esperienza di chi ha attraversato la storia della musica da protagonista.
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